Avere un buon set di pinze è fondamentale per chi si occupa di bricolage, fai da te e lavori di artigianato. Perché grazie a questi strumenti non puoi solo afferrare con forza e mantenere oggetti che vuoi saldare o svitare bulloni spanati. Hai tante funzioni da svolgere ma molto dipende dai tipi di pinze che scegli e usi ogni giorno.
Ci sono modelli per elettricisti e per chi lavora come fabbro. Altri ancora hanno un uso universale e si trovano sia nella cassetta degli attrezzi di un carpentiere, sia in quella di un qualsiasi appassionato di fai da te. Cosa sapere in più rispetto a questo attrezzo imprescindibile? Ecco i tipi di pinze da prendere in esame e (forse) acquistare.
Pinza universale
Iniziamo dalla base, ogni makers deve avere un set di pinze universali di dimensioni differenti per i principali lavori di hobbistica, meccanica, falegnameria ed elettronica.
Le caratteristiche: becco corto, manico gommato per isolare da scariche elettriche, una sezione centrale più larga e dentata, spesso c’è anche un’area che funge da tronchese e spelafili. Chiaramente ogni funzione può essere svolta da strumenti specifici per il singolo lavoro. Ma si chiama pinza universale per questo: è utile sempre.
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Pinza a becco lungo
Spesso questi tipi di pinze vengono definite da elettricista, dato che sono decisivi per i lavori di precisione. In realtà possono essere utili in qualsiasi occasione, anche quando smonti un motore o monti un mobile. Le pinze a becco sottile o lungo permettono di agire nei dettagli di un’area o una sezione grazie alla forma delle ganasce.
La forza che imprimi con questo modello è differente – sicuramente minore – ma i vantaggi sono impossibili da ignorare. La lunghezza del becco prensile può variare in base alle necessità ed esistono anche versioni con pinze curve a 45 o 90 gradi.
Pinze inverse per anelli
Un modello particolare, destinato ai meccanici. Ma che diventa indispensabile per chi lavora ogni giorno con le guarnizioni e i sostegni basati su anelli elastici di metallo.
Questi elementi si tolgono solo intervenendo sulle asole del blocco e questo avviene grazie alle pinze specifiche, che hanno un meccanismo inverso con molle e maniglie.
Questo significa che le maniglie, se strette, non chiudono il becco ma lo aprono. La forma degli elementi è circolare, sottile, specifica per intervenire sui fermi. Esistono modelli di pinze con movimento inverso basate su leve dritte o curvate in base alle esigenze.
Pinza crimpatrice
Gli elettricisti conoscono questi tipi di pinza, specifica per chi lavora con cavi e connettori. Certo, non una soluzione presente in tutte le officine ma chi si diverte con il fai da te può ritrovarsi a fare un lavoro di connessione tra cavo e terminazione.
Quest’operazione avviene attraverso uno schiacciamento ma la precisione che permette di mantenere la pinza per crimpare è unica. Inoltre questi modelli permettono di svolgere anche altre funzioni, come quella di spelafili e troncatura di tutti i tipi di cavi.
Pinza a pappagallo
Un punto di riferimento per chi lavora con tubi, bulloni importanti, raccordi e filettature da idraulico. La pinza a pappagallo è formata da grandi leve e pinze dalla bocca generosa. Quest’apertura regolabile o attraverso un rullo o con un sistema scalabile.
Il profilo con grandi denti le la lunghezza del manico suggerisce il modo in cui deve essere usata questo tipo di pinza: avvitare o svitare (ma anche mantenere) elementi di grandi dimensioni. Soprattutto per i lavori di idraulica e meccanica.
La chela a pappagallo permette di imprimere molta forza, non per i lavori di precisione: meglio usare uno straccio per evitare di rovinare il profilo del metallo sul quale operi.
Pinza tronchese
Serve a tagliare, recidere, dividere. Esistono decine di modelli, dalla tronchesina per cavi elettrici alla taglia dadi per recidere anche blocchi di metallo importanti.
Poi ci sono le tenaglie, pinze tronchesi a leva lunga e becco piccolo ma compatto e con lame importanti che permettono di incidere con forza sull’elemento da tagliare.
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Pinza autobloccante
Un must per ogni officina, fucina, bottega da falegname o banco di lavoro DIY. Senza pinza autobloccante (o a grip) rischi di avere uno strumento decisivo in meno perché con questo attrezzo hai a disposizione non una semplice morsa per afferrare.
Puoi anche mantenere la pressione e moltiplicare la forza della chiusura. Un sistema di molle e leve, infatti, permette a questi tipi di pinze di aumentare la tenuta dei becchi che può essere regolata da una vite che si trova nella parte posteriore.
Ma una leva situata vicino al braccio inferiore permette di bloccare il serraggio in modo da poter operare lasciando la pinza serrata. Questa caratteristica permette allo strumento di essere usato anche come morsa per mantenere, per lungo tempo, due pezzi uniti.
Ed esistono varie tipologie di pinze a autobloccanti o grip, con dimensioni diverse e becchi differenti. Quale hai scelto? Secondo te sono tutte valide? Assicurati di avere sempre i modelli per lavorare in modo da completare al meglio le tue attività in officina.
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