Quanto costa aprire e gestire una partita Iva per un artigiano digitale?

Prima di aprire una partita iva però bisogna comprendere in quale regime fiscale rientrare.

Visto che in questo articolo parlo di partita iva, ci sono 3 punti fondamentali che devi sapere prima di continuare con la lettura:

  • Se pensi che fare impresa oggi sia impossibile perché si pagano troppe tasse ecc…questo articolo non fa per te!
  • Non sono un esperto in materia, per questo mi baso su informazioni di una consulente fiscale che mi ha aiutato a scrivere l’articolo;
  • Questa guida è relativa a Regime Forfettario e Regime Ordinario (né S.r.l, né S.p.a.)

A questo punto possiamo andare avanti ed entrare nel merito.

Personalmente ho sperimentato sia il Regime Forfettario Agevolato(all’inizio) che il Regime Ordinario; sono dovuto passare dall’uno all’altro perché ci sono dei requisiti minimi per accedere e rimanere nel regime agevolato che vedremo fra poco.

Adesso sono invece ho una Srl insieme a Giuseppe di Makers At Work

Regime Forfettario Agevolato

Aprire una Partita IVA con il Regime Forfettario funziona bene per iniziare perché ci aiuta, nel momento in cui decidiamo di metterci in proprio, a prendere confidenza con gli adempimenti burocratici e tutto quanto ne consegue.

Per agevolare la lettura e la comprensione di questo argomento così importante e che potrebbe risultare complicato a molti ho organizzato l’articolo con degli elenchi puntati.

Ho cercato di usare un linguaggio il più possibile semplice e comprensibile a tutti così da renderlo facilmente consultabile.

Quali sono i requisiti minimi per accedere al regime Forfettario Agevolato?

  • Essere residenti in Italia o Unione Europea con almeno il 75% di ricavi dall’Italia;
  • Non aver avuto redditi autonomi superiori a € 65.000 nell’anno precedente all’ingresso nel Regime della Partita IVA;
  • Nell’anno precedente all’ingresso nel regime, non aver avuto un contratto di lavoro subordinato o para-subordinato (dipendente o Co.Co.Co.) con una RAL (retribuzione annua lorda) superiore a € 30.000
  • Non avere partecipazioni in Società di Capitale che facciano la stessa attività che facciamo in Partita IVA (altrimenti non possiamo fatturare verso la Società)
  • Non avere quote di società di persona (S.a.s., S.n.c., S.s.)

Mantenimento del Regime Forfettario Agevolato

Abbiamo visto quali sono i requisiti che dobbiamo avere per aver diritto all’apertura di Partita IVA con regime Forfettario. Ma una volta entrati, dobbiamo rispettare alcune regole per potervi restare.

Quali sono quindi i requisiti minimi di mantenimento del Regime Forfettario Agevolato?

  • Non superare un fatturato di € 65.000 incassato nel primo anno; se apriamo la Partita IVA quando l’anno è già iniziato il limite viene ridotto in base ai mesi di attività (Es: se apriamo a giugno il limite massimo sarà circa € 30.000);
  • Dobbiamo cedere le quote della società entro la fine dell’anno in corso se siamo soci di società di persona, altrimenti l’anno successivo dobbiamo cambiare regime fiscale;
  • Se fatturiamo ad una Società di Capitale di cui siamo soci e che faccia la stessa attività (stesso ATECO o sezionale della Camera di Commercio) che facciamo noi con Partita IVA, l’anno successivo il Regime Forfettario ci sarà sospeso fino all’anno dopo;

Esistono poi delle clausole ostative del Regime Forfettario come ad esempio utilizzare la nostra Partita IVA per attività differenti dall’ATECO che abbiamo ottenuto all’apertura.

Qual è la pressione fiscale per una Partita IVA a Regime Forfettario?

Questo dato è variabile in base all’attività svolta.

Nel caso di questo regime i costi vengono calcolati non su tutto il guadagno, ma su una base imponibile standardizzata in base all’attività svolta. Ogni codice ATECO ha un coefficiente di reddito abbinato prestabilito (es: gli artigiani hanno in maggior parte l’86% o 67% a seconda dell’attività).

Per quanto riguarda gli artigiani, in quanto ditte individuali e non liberi professionisti, sono tenuti a versare un contributo obbligatorio annuo all’INPS di circa € 3.900 a prescindere dal guadagno. Con il Regime Forfettario possiamo richiedere uno sconto del 35% e spendere infine circa € 2.550.

Ovviamente con questa scontistica si riduce il versamento dei contributi ai fini della pensione e ai fini della deduzione fiscale.

Infatti questo costo dei contributi si può scaricare dalla base imponibile e ridurre ancora la pressione.

Quali sono i costi di gestione di una Partita IVA a Regime Forfettario?

I costi di gestione richiesti dal Regime Forfettario per un artigiano sono:

  • Il commercialista che ci dovrebbe costare sui € 400/500 annui poiché la consulenza, nel caso di questo regime fiscale così snello, è abbastanza semplice;
  • Iscrizione alla Camera di Commercio che si aggira fra i 52 e gli 86 euro, in base alle eventuali riduzioni dettate dalla stessa Camera di Commercio;
  • Versamento all’INAIL per il premio anti-infortunisitico, dai circa 250 ai circa 750 euro, calcolato in base all’attività svolta e agli strumenti dichiarati (più l’attività è generica più il premio è alto, più l’attività è specifica e più il premio viene adeguato);

Esempio di Partita IVA a Regime Forfettario Agevolato

Adesso facciamo un esempio: quali sono le spese per una P IVA a Regime Forfettario con fatturato di € 50.000 in un anno?

Ipotizzando che il coefficiente di reddito standard sia 86%, dobbiamo moltiplicare il fatturato per questo coefficiente ottenendo così la base imponibile:

Base Imponibile= Fatturato Annuo x Coefficiente

Su questa cifra, se abbiamo un Regime Forfettario ordinario paghiamo il 15% mentre se abbiamo un Regime con aliquota StartUp pagheremo il 5%.

A questo aggiungeremo i contributi.

Quindi, nel peggiore dei casi, con una tassazione al 15% su un fatturato annuo di € 50.000 e pagando circa € 7.000 tra contributi previdenziali minimi e contributi di eccedenza.

Facciamo il calcolo di quanto pagheremo di tasse in questo esempio limite con l’aliquota più alta ed il coefficiente maggiore:

Base Imponibile= 50.000 x 0.86 = € 43.000

Base imponibile – contributi = 43.000 – 7.000= € 36.000

Tasse annue 15% = 15% di 36.000 = € 5.400

A conti fatti questo regime fiscale ci consente di lavorare in modo più tranquillo, con un risparmio importante ed un guadagno netto che non rende la Partita IVA così spaventosa.

Ovviamente, come detto, nel caso in cui fossimo StartUp pagheremo ancora meno perché parliamo del 5% di tassazione sulla Base Imponibile (€ 1.800 con un fatturato di € 50.000 annui).

Regime Ordinario

Se per il Regime Forfettario Agevolato abbiamo visto che le agevolazioni sono importanti e positive per quanto riguarda il Regime Ordinario cambia tutto…

Infatti qui la pressione fiscale è molto maggiore, un’aliquota di tassazione 5 volte più alta già nel primo scaglione.

Se nel Forfettario abbiamo un’aliquota flat standard per sempre (5% o 15%) in quello Ordinario le cose si fanno più complesse e variano in base al fatturato totale a cui sottraggo i costi detraibili.

Sul totale ottenuto, la Base Imponibile, va considerata una percentuale di tassazione che varia in base al Fatturato (Es: Ricavo totale da 0 a 15.000 euro annui, aliquota al 23%; Ricavo totale da 15.000 a 28.000, aliquota al 27% ecc fino ad un massimo del 43%).

A quello che rimane va sottratto ancora il totale da versare all’INPS.

Facendo un esempio concreto

Base imponibile = € 30.000

Spese totali = 30.000 – 27% (aliquota tassazione) – 24% (eccedenza INPS) – 3.900 (Contributi Fissi Minimali) = circa € 16.000

A questa cifra dobbiamo sottrarre inoltre l’acconto dell’anno in corso che lo stato ci richiede di versare ogni anno.

Inoltre, con il Regime Ordinario, dobbiamo calcolare anche l’IVA che va aggiunta ad ogni fattura e non ci rende competitivi dal punto di vista del mercato rispetto a chi lavora con un Regime Forfettario.

Come faccio a capire quanto devo pagare di tasse?

Molto spesso un semplice artigiano non ha né voglia e né tempo, giustamente, di mettersi a fare tutti questi calcoli o di arrovellarsi il cervello per capire quanto deve pagare di tasse.

Personalmente vi consiglio da buoni artigiani digitali di farvi aiutare da un software.

Una partita IVA a regime fiscale forfettario non vi impone di emettere fatturazione elettronica e quindi potreste anche utilizzare un semplice file word per le vostre fatture.

Con l’aiuto di un software però avrete la possibilità di mantenere sotto controllo le vostre spese, calcolare in anticipo le tasse che dovrete pagare e quindi pianificare anche gli investimenti sulle nuove attrezzature da acquistare.

Personalmente in passato ho utilizzato Fatture in Cloud ma non è il solo. Ad esempio ora con la Makers Academy utilizziamo Fattura 24.

Per finire ti lascio anche ad un ultimo suggerimento nato dall’esperienza personale. Con la Makers Academy gestiamo diversi conti bancari con un unico account creato su Qonto.

Si tratta di un conto bancario creato per aiutare le aziende e ti giuro è FENOMENALE! Abbiamo aperto il conto in 10 minuti e all’interno di quel conto abbiamo diviso l’account in 4 conti separati di cui uno per la parte fiscale.

Quindi con il software vediamo in anticipo quante tasse dovremmo pagare e poi sul conto fiscale accantoniamo in anticipo quella somma. In questo modo sappiamo sempre quanto budget possiamo dedicare per progetti futuri o investimenti.

Considerazioni finali

Purtroppo tutto quello che riguarda il fare impresa non ci viene insegnato a scuola e, nel momento in cui vogliamo metterci in proprio, possiamo ovviamente trovarci in difficoltà.

Personalmente vi consiglio di studiare sempre e cercare le informazioni perché online si può trovare tutto e gli strumenti che ci aiutano a fare impresa in modo semplice gestendo tutto tranquillamente esistono.

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