Ecco, hai fatto un gran lavoro sulla scheda o sui cavi e adesso già vuoi rimuovere una saldatura a stagno. Ma può capitare, non è così difficile immaginare una situazione in cui per errore si uniscono due elementi che invece dovrebbero posizionarsi in modo diverso.
O magari ti rendi conto che i punti di saldatura sono stati messi male. Quindi bisogna ricominciare da zero dopo aver, ovviamente, pulito il tuo saldatore dai residui.
Anche perché sai bene che per imparare a saldare ci vuole tempo e dedizione, non a caso esistono corsi di saldatura che possono aiutarti a cambiare radicalmente il tuo modo di affrontare questa disciplina. In ogni caso ecco alcuni metodi pensati per dissaldare.
Un dettaglio: pulire la superficie
Anche se può sembrare un passaggio poco importante, prima di iniziare a rimuovere la saldatura a stagno devi passare uno panno pulito sulla scheda o sui circuiti che vuoi dissaldare. Meglio evitare la presenza di polvere e sporco in queste fasi, anche se è sicuramente più importante occuparsi di questo punto prima di saldare.
Per approfondire: quale stagno acquistare per saldare?
Cosa serve per dissaldare lo stagno
Sono 3 gli strumenti: saldatore, aspiratore e treccia di rame. La procedura? Il saldatore lo conosci bene, lo usi per fare la saldatura perché fonde il filo di stagno che crea il contatto per unire due cavi elettrici, un transistor, un pulsante. Ora passiamo al vero protagonista.
L’aspiratore – o succhiastagno – è una sorta di pompetta che ha come principio chiave l’aspirazione: abbassi la leva o il pulsante e crei una pressione che fa ad aspirare con forza nel momento in cui dai il comando. Si tratta di uno strumento semplice, economico.
Ultimo attrezzo della tua lista per rimuovere una saldatura a stagno: una treccia di rame, serve a eliminare i residui. Differenza tra quest’ultima e la pompa di dissaldatura?
Di sicuro questo strumento aspirante è rapido ed efficace sui lavori più grandi ma la treccia riesce a togliere anche i dettagli della saldatura. Possiamo dire che insieme completano il kit del saldatore, ecco perché spesso vengono venduti insieme.

Tutto questo si completa al meglio se alla fine passi il detergente deflussante. Questo serve a togliere gli ultimi prodotti dell’operazione di rimozione della saldatura e del flussante, vale a dire la pasta che è stata utilizzata per agevolare e ottimizzare il processo.
Come togliere la saldatura a stagno?
Il mondo della saldatura e della relativa rimozione non riguarda solo grandi maglie di metallo, piastre e tubolari: a volte bisogna anche dissaldare componenti elettrici da:
- Schede.
- Cavi
- Transistor.
Lo sa bene chi nel fai da te si occupa anche di domotica, elettronica e Arduino. In questi casi è necessario togliere le saldature effettuate con lo stagno. In che modo?
- Riscalda il tuo saldatore a stagno.
- Appoggia la punta calda sulla saldatura.
- Lascia per 1/5 secondi, aspetta che si fonda.
- Usa l’aspiratore per togliere il metallo.
- Completa con la treccia di rame.
Quest’ultimo strumento serve a togliere i residui di saldatura. Basta poggiare lo stoppino su ciò che rimane e adagiare sopra il saldatore, proprio come mostra l’immagine in basso.

Lo stagno si attaccherà al filo che puoi tirar via con semplicità. Così è facile rimuovere la saldatura elettronica lasciando contatti puliti e schede come nuove.
Lo stagno ha rovinato del tutto la treccia? La devi tagliare e procedere con il prossimo spezzone. Se necessario, usa un prodotto specifico, come il liquido per pulizia dei circuiti stampati, per un ultimo passaggio a conclusione dell’opera di rimozione della saldatura.
Da leggere: come scegliere un saldatore a stagno
Come non rimuovere la saldatura
Semplice, se vuoi ridurre il numero di saldature da togliere devi solo procedere con un buon tirocinio. Tanta pratica ti aiuta a saldare con maggior precisione ed efficienza. In questo modo tutto diventa più facile e si riducono gli errori operativi.
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